Le grandi mura in laterizio, la ciminiera che si staglia verso l’alto, gli enormi capannoni oggi semi-abbandonati. E’ un ambiente davvero unico quello della ex fabbrica, ormai dismessa, dei Sali di Bario, uno scheletro di archeologia industriale tra la stazione di Calolziocorte e l’Adda che chi giunge in treno non può fare a meno di notare. Fin da metà ‘800 nella vicina Valsassina erano attive infatti cave di barite, un prodotto utilizzato in varie settori e persino nell’industria casearia della zona che le utilizzava per rendere più solide le croste di alcuni formaggi. Tra le ditte allora attive nell’escavazione, macinazione e commercio del prodotto – senza sottoporlo a trasfromazioni chimiche – c’era in particolare la ditta lecchese Cugnasca-Baggioli che il 23 ottobre del 1900 ottenne il permesso di aprire la fabbrica di Calolziocorte per la lavorazione chimica della barite: nel 1902 prese il via la lavorazione – “allo stato di prova” – di acido solforico e idrato di bario
Gaspare De Ponti
La scelta di Calolzio non fu certo casuale: l’industria venne impiantata a ridosso della ferrovia Lecco-Milano in modo da poter facilmente importare materie prime ed esportare i prodotti chimici. Il fiume Adda era un’importante via di comunicazione e di trasporto merci – le fotografie d’epoca testimoniano l’utilizzo di barconi per portare la barite dalla Valsassina – ma era anche un’inesauribile fonte per l’acqua necessaria alle varie lavorazioni: l’acqua veniva pompata proprio da fiume e la cisterna che vediamo ancora oggi era anche un sostegno per alcuni serbatoi. Venne inoltre realizzata una centrale idroelettrica che sfruttava la forza del torrente Gallavesa per garantire elettricità agli impianti: dopo di anni di abbandono anche la piccola centrale nella gola del torrente è stata riqualificata e oggi la corrente dell’impetuoso corso d’acqua è tornata di nuovo a produrre corrente elettrica.
La gestione della famiglia De Ponti è ricordata, a memoria d’uomo, come una gestione “illuminata”. la Fabbrica, dopo i primi anni di difficoltà, aumentò notevolmente la produzione, importando la barite non più dalla Valsassina ma dalle miniere della Sardegna: i prodotti trovano infatti un campo d’azione estremamente vasto (cartiere, zuccherifici, industrie metallurgiche, dei laterizi, ecc.).
Gaspare De Ponti fu un personaggio di primissimo piano per la comunità di Calolziocorte e non solo. Nacque a Milano il 14 luglio 1883 da una nobile famiglia patriottica milanese: il padre luigi e quattro fratelli combatterono nella seconda e terza guerra di indipendenza nelle file di Garibaldi e due dei fratelli perirono in battaglia. Si laureò a Pavia in chimica, a Genova in giurisprudenza, si diplomò in elettrochimica al Politecnico di Milano. Nel 1908 entrò con il padre Luigi nel Consiglio di Amministrazione della Fabbrica Sali di Bario S.p.a. Nel 1911 De Ponti era già nel comitato organizzatore del Congresso di Chimica Applicata di Torino e nel 1920 ideò un procedimento per la preparazione di uno speciale concreto baritico per sostituire le lastre di piombo nella protezione dei raggi X e raggi gamma. Mise a punto con il professor Perussia, allora Presidente della Società Italiana di Radiologia, una formulazione di Bario Solfato che sarebbe stato per parecchi anni il mezzo di contrasto più diffuso per l’esame radiologico dello stomaco. Per favorire la realizzazione di lavori pubblici – programmati per alleggerire la disoccupazione – finanziò con prestiti l’Amministrazione Comunale di Calolziocorte. In seguito De Ponti venne nominato commissario prefettizio e durante la guerra civile svolse una delicata opera di mediazione tra tedeschi e partigiani evitando gravi rappresaglie. Nel dopoguerra De Ponti divenne presidente della Federazione Nazionale Industrie Chimiche e per ben tredici anni Presidente della Confindustria di Bergamo. Oltre alla sua occupazione professione, grande fu anche il suo impegno politico e filantropico. Nel 1914 divenne Consigliere comunale per Calolzio e nel 1907 fu eletto consigliere provinciale per il Partito Liberale. Contribuì alla fondazione della Scuola di Disegno Industriale, della Cooperatica di Consumo dell’Alta Val SanMartino, della Mutua Medica; fu presidente della Congregazione di Carità, Segretario e poi presidente del Comitato di gestione dell’Asilo Infantile Umberto I. Si sposò nel 1924 con Rosa Arborio Mella di Castelfero, da cui ebbe quattro figli: Edoarda, Luigi, Ferdinando e Luigi Giuseppe. Oltre alla grande fabbrica oggi rimane anche la villa padronale – in stile eclettico con richiami liberty – dei De Ponti, proprio dall’altro lato della linea ferroviaria. Oggi ospita la sede della Comunità Montana e dell’Ecomuseo Val San Martino ed è circondata dal grande Giardino Botanico.
- BENINI A. (a cura di), Archivio fotografico del lavoro: Lecco e il suo territorio (1900-1985), Milano, ed. Angeli, 1986.
- BONAITI F. (a cura di), Calolziocorte 1807-1951: l’identità di un borgo, il destino di una città, Calolziocorte, marzo 2008
- GARLANDINI A., NEGRI M. (a cura di), I monumenti storico-industriali della Lombardia. Censimento regionale, «Quaderni di documentazione regionale», n.17, Regione Lombardia, Milano, 1984
- ORLANDI A., La Sali di Bario di Gaspare de Ponti, 2020.